Se aveste chiesto a una persona del 1600 quale
lingua secondo lui si sarebbe imposto da li a 400 anni come lingua
franca del mondo, avrebbe risposto lo spagnolo e il francese o
addirittura l'arabo, ma mai e poi ma l'inglese. Per una serie di circostanze fortuite, una lingua dalle origini poco promettenti e dall'ortografia assurda si è affermata come la più diffusa di tutti i tempi, la vera "lingua franca" appunto dei nostri giorni. Persino un venerabile membro dell'Académie Française (nemica giurata degli anglicismi) ha detto: "Parlare inglese è una necessità; parlare francese è un privilegio."
Si suole pensare all'inglese come alla lingua nativa di gran parte degli americani del nord, dei britannici, degli australiani, dei neozelandesi, e di molti sudafricani. Ma è anche la lingua ufficiale di un buon numero di paesi improbabili in Africa (compreso quello più popoloso, la Nigeria) e perfino in Asia (es. Singapore). Nonostante il suo status "ufficiale", l'inglese in diversi di questi paesi è decisamente una seconda lingua di comodo fra popoli divisi da etnie e lingue locali, al punto che può risultare scarsamente intelligibile al viaggiatore anglofono occasionale. In India, per esempio, col suo miliardo di abitanti e le sue centinaia di lingue e dialetti è un luogo unito politicamente grazie anche una
lingua di unità nazionale come l'Inglese. Ovviamente l'Inglese così come tutte le lingue vive, varia a seconda della regione dove si è impiantato, a volte anche notevolmente.
L'inglese non riconosce alcuna autorità centrale: tentativi durante i secoli di stabilire un'accademia simile a quella francese, o semplicemente di riformare lo spelling, hanno avuto poca fortuna; ed è forse questa flessibilità vagamente anarchica che ha permesso alla lingua di prosperare ovunque. L'inglese non ha esitazione alcuna nell'appropriarsi di termini stranieri, anche storpiandoli, o nell'inventare nuove parole proprie a seconda delle esigenze (e ciò non soltanto in campo tecnologico).
Vi è una notevole diversità di pronuncia fra le varie zone del mondo anglofono. Negli insediamenti di antica data, le differenze si fanno sentire a distanza di pochi chilometri (es. fra un villaggio inglese ed il prossimo), mentre nei paesi più "giovani" (es. l'Australia) si può viaggiare per migliaia di chilometri senza percepire cambiamenti regionali. E' vero che in ogni parte del mondo esistono termini locali, ma nonostante questi e l'accento differente, ci si capisce quasi ovunque. Non esistono quasi più dei veri dialetti, salvo forse in angoli che hanno avuto una storia molto particolare, come la Louisiana che è stata colonia francese. Negli Stati Uniti, ci sono delle parlate "negre" che si differenziano
notevolmente dall'inglese "standard", tanto da sembrare dialettali. In genere, chi usa questo tipo di linguaggio può esagerarlo o meno a seconda delle circostanze.